Come se l'impulso creativo più profondo, che è bisogno e necessità impellente scatenata perlopiù da fattori improvvisi ed inattesi (come fosse un temporale estivo), obbedisse alle regole della pianificata banalità quotidiana o del rigido e sterile intellettualismo. Ogni esigenza creativa e comunicativa più autentica, quei pochi secondi vitali e preziosi (da imprimere in perpetuo nella pellicola della nostra memoria) sono incompatibili con la serialità spinta al parossismo dei gesti e delle abilità intellettuali richieste in ogni giorno della nostra contemporaneità, che andranno subito dimenticati. E' ciò che ci è stato imposto per poter dichiarare pubblicamente di possedere un ruolo ed una vita. E' ciò che a differenza dell'umanità che preme ed urge, vitale, ci rende automi dimentichi di vivere davvero.
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