La Guerra delle Formiche viene combattuta su di un'altra dimensione. Forse siamo troppo distratti per accorgerci che infuria la battaglia, ma c'è solo un modo per renderci conto di quello che sta accadendo a pochissima distanza da noi: abbandonare per una quarantina di minuti tutti gli assilli quotidiani ed immergerci in un mondo nuovo, fatto di penombre e redenzioni. Un mondo in cui il tempo si dilata e si restringe a seconda dei capricci della voce di Silvia Leoni, centro di gravità di ogni canzone intorno al quale orbitano tutti gli elementi della sezione strumentale.
Con molta probabilità la guerra impazza per la bellezza di questa voce, che in alcuni momenti sembra ricalcare le venature timbriche di Carmen Consoli. A giocare coi lamenti lontani e i sussurri vicini delle corde vocali di Silvia c'è un'armonia che nasce tra le vibrazioni di chitarre e archi, rendendo più corposo e denso lo scorrere delle melodie. Un po' come la pennellata di un pittore che cambia intensità a seconda della sfumatura, i suoni di questo "Funerale della Ninfea" passano da toni celtici, freddi ma al tempo stesso armoniosi, grazie al cantato in francese in "L'Amour Fou", al calore di ampio e triste respiro che si dischiude dopo un lungo e pesante inverno proprio "In questo momento".
La Guerra delle Formiche è una lotta di sentimenti contrastanti ai quali ci si arrende senza opporre resistenza, solo dopo essere tornati alla dimensione del quotidiano sarà l'ora di serrare i ranghi.
Fernando Rennis
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