Interessante esordio sulle scene per il viterbese Carlo Sanetti che, sotto il monicker La Guerra delle Formiche, licenzia l'EP omonimo che sicuramente desterà l'interesse di chi ama il sound di band nostrane come Marlene Kuntz, il CSI di Ferretti e di altri gruppi che hanno fatto la storia del rock progressivo italiano degli anni '70.
Il progetto di Sanetti esce dallo stereotipo di band tradizionale, aprendosi a numerose collaborazioni con musicisti di estrazione più varia.
Tale impostazione mette in evidenza il carattere eclettico del musicista/compositore che cerca di ampliare su più livelli la sua proposta musicale, non soffermandosi staticamente su questo o quell'altro stile ma mettendo insieme più sonorità che alla fine rendono La guerra delle formiche fresco e originale.
L'EP si apre con un intro che lancia subito Il principio del cerchio, pezzo che riporta indietro nel tempo ai primi fasti di gruppi come Il Banco del mutuo soccorso e gli Area sia per il cantato che per l'incessante lavoro di chitarra che si alterna tra momenti acustici soffusi e sfuriate distorte ai limiti del punk, il tutto cadenzato dalla potente batteria di Massimiliano Lorenzoni. Si calmano le acque con la successiva Crisalide dove il soave refrain di pianoforte di Matteo Maienza rappresenta il fulcro attorno cui ruota tutto il brano, che accompagna dolcemente la voce di Sanetti e di Maria Livia Nicotra, ospite anche nella bella e raccolta L'envers et l'endroit, che col passare dei minuti si apre a sonorità sperimentali care al buon Lindo Ferretti per poi esplodere con prepotenza nel finale. I successivi due pezzi sono quelli più marcatamente "Kuntziani" ma di due momenti stilistici differenti. Se infatti Sarà la sera si muove su corde più vicine a "Che cosa vedi" (anche se la mia mente ad un certo punto è corsa a Dove…Quando…. Della PFM. Lo so, chiamatemi folle ma…) Notturna fa qualche passo in più indietro negli anni fino a giungere alle sperimentazioni sonore de "Il vile", pur comunque mantenendosi attuale ed affrancandosi musicalmente dalla band di Cristiano Godano. L'album si chiude con Questo mi disse il nord, brano che si sviluppa su una scala sonora più tradizionale e che alla fine risulta un po' fuori dagli schemi sperimentali a cui ci avevano abituato i pezzi precedenti.
Giudizio positivo quindi per La guerra delle formiche, anche se In futuro mi aspetto qualcosa che, in parte, si discosti stilisticamente da questo EP, in linea, d'altronde, con l'eclettismo di Sanetti. Mi aspetto che soprattutto si "liberi" dall'influenza dei Marlene Kuntz a volte fin troppo evidente.
Un' ultima nota sulla produzione di discreto livello per un disco "fatto in casa" e che, non so se per scelta o per qualche fattore contingente alla home recording, risulta piacevolmente asciutta, essenziale e dichiaratamente anni '70. A questo punto, viste le buone premesse, non mi resta che aspettare fiducioso il primo full lenght.
Francesco Crivelli "Baruni Frangè"
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